L’iniziativa era partita nel 2013 in via Saponaro 1/a al quartiere Gratosoglio e prevedeva una casa e un progetto di vita per i «papà separati». Oggi, a distanza di 7 anni, il complesso sta cambiando destinazione d’uso, mentre ai papà con contratto scaduto o morosi vengono proposti dei cambi alloggio.
«Dell’accompagnamento per una “nuova vita” non c’è stata traccia. Io sono tra coloro che dovranno andar via tra poco. Questo progetto è stato un flop», dice senza mezzi termini Roberto Reyes, peruviano di 59 anni e papà di un adolescente di 15 anni. «Sono un mediatore linguistico. Quando mi sono separato dalla mia ex moglie dormivo in ufficio... Poi ho avuto dei problemi, tanto che ho fatto fatica pure a pagare l’ affitto in via Saponaro. Mi sono accordato per un piano di rientro con Aler (proprietaria dell’alloggio), per saldare il mio debito, e mi trasferirò in un altro alloggio al quartiere Barona, pagando però un canone più elevato». Ora, dice, nello stabile di via Saponaro «siamo rimasti una ventina di papà».
Per l’iniziativa promossa dal Comune nel 2012, a disposizione erano stati messi 40 bilocali di proprietà dell’ Aler dati in affitto temporaneo per 36 mesi (18 più 18) a nuclei familiari monoparentali, per lo più padri separati e con figli minori. Oltre agli alloggi arredati e agli spazi comuni, tra cui una lavanderia e un locale gioco per i bambini, il Comune aveva avviato percorsi personalizzati di sostegno e accompagnamento per trovare una casa e puntare all’ autonomia, servizio svolto dalla Cooperativa Comunità Progetto. «Noi siamo stati attivi per il progetto fino al 2014», fanno sapere dalla cooperativa. Poi «tutti i servizi sono spariti», continua Reyes. «È rimasta solo la casa». E la permanenza «temporanea», solo in teoria, è durata anni. I contratti nel frattempo sono scaduti. «Il primo avviso di rilascio dell’immobile mi è arrivato a giugno del 2019», sottolinea il cinquantanovenne.
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